Il progetto “Ri-Generazioni creative: alla ricerca dei beni comuni” è stato ideato e realizzato da cinque organizzazioni appartenenti al Network delle associazioni giovanili di Rovereto e presentato all’interno del PGZ 2018 “Giovani Pro” sviluppato con l’ufficio di politiche giovanili del Comune di Rovereto e con il supporto della Provincia Autonoma di Trento.
Nel corso del 2018 Cooperativa Smart, in qualità di ente capofila, con la collaborazione di Associazione Offset, Associazione Fate Bene Ragazzi, APS Pensiero Giovane e Associazione Urla, ha affrontato un percorso di ricerca e di sensibilizzazione della comunità sulla Rigenerazione Urbana.
Tale percorso prevedeva un indagine, alla ricerca del significato di “Rigenerazione Urbana”, sviluppata grazie ad un viaggio esperienziale, attraverso la visita e l’incontro con alcune tra le più note best practice italiane in termine di rigenerazione urbana. Da questo viaggio nasce il documentario “Rigenerazioni Creative: più neuroni meno mattoni” in cui vengono raccontate alcune di queste esperienze incontrate nel corso dell’anno, attraverso la testimonianza diretta di chi quei luoghi li vive e gestisce.
Ad accompagnare il documentario una raccolta e mostra fotografica di questi luoghi suggestivi, entrambi a cura di Leonardo Menegoni.
Una volta ritornati in città ci siamo dedicati ad un percorso di sensibilizzazione e attivazione del nostro territorio in tematica di rigenerazione urbana, andando a creare una mappatura fotografica di alcuni luoghi abbandonati della città e un documentario intitolato “Rigenerazioni creative: alla ricerca dei beni comuni” a cura di Marco Chizzola.
A questo sono seguiti 4 incontri di approfondimento delle suddette tematiche con esperti nazionali e del territorio, che hanno accompagnato i partecipanti al progetto in un percorso di riflessione e dibattito aperto a tutta la comunità sulle tematiche di rigenerazione urbana e bene pubblico.
Hanno partecipato agli incontri:
– NA.U. Navigazioni Urbane: Collettivo di architetti dedito a processi di Rigenerazione Urbana di Rovereto, Trieste e La Spezia
– Werther Albertazzi, presidente di Planimetrie Culturali di Bologna
– Arch. Alvise Giacomazzi, co-curatore del progetto Angolazioni Urbane di Venezia
– Associazione Culturale La Grottesca di Rovereto
– La Foresta, collettivo per lo sviluppo di processi di comunità di Rovereto
– Arch. Giuseppina Ascione esperta di Neuroarchitettura
– Dott. Nicola de Pisapia. neuroscienziato
Il documentario è frutto di una ricerca e analisi di alcune best practice italiane in termine di Rigenerazione Urbana, ovvero quelle pratiche, processi e azioni che con il loro sviluppo hanno portato uno spazio, prima vuoto o abbandonato, a tornare in vita, portando un valore aggiunto nelle comunità e territori di riferimento.
Un documentario prodotto da Cooperativa Smart in collaborazione con: Associazione Offset APS Pensiero Giovane Associazione FBR Associazione URLA e con il supporto del Comune di Rovereto e le Politiche Giovanili della Provincia Autonoma di Trento. Il documentario è un prodotto sviluppato all’interno del progetto presentato al Piano Operativo Giovani di Rovereto nel 2018 dal titolo “Ri-generazioni creative: alla ricerca dei beni comuni” con il supporto del Network delle Associazioni Giovanili di Rovereto (roveretogiovani.it)
Un documentario sul tema della rigenerazione urbana con lo scopo di porre luce sulle problematiche legate all’abbandono degli spazi urbani e alcune delle realtà interessate nel Comune di Rovereto.
Un documentario prodotto da Cooperativa Smart in collaborazione con: Associazione Offset, APS Pensiero Giovane, Associazione FBR, Associazione URLA e con il supporto del Comune di Rovereto e le Politiche Giovanili della Provincia Autonoma di Trento. Il documentario è un prodotto sviluppato all’interno del progetto presentato al Piano Operativo Giovani di Rovereto nel 2018 dal titolo “Ri-generazioni creative: alla ricerca dei beni comuni” con il supporto del Network delle Associazioni Giovanili di Rovereto (roveretogiovani.it)
Raccolta fotografica di alcune tra le best practice italiane in tematica di rigenerazione urbana, visitate durante il nostro viaggio.
Raccolta fotografica di alcuni spazi in stato di abbandono o non utilizzo e con possibile sviluppo per azioni di Rigenerazione Urbana nel Comune di Rovereto.
Via Savioli 4, Via Prati 13/11/9, Via Manzoni
Costruito nel 1901, è uno spazio ormai in disuso da molti anni, ma al contrario di altri edifici senza carattere o qualifica, questo ex magazzino presenza caratteristiche uniche che ne fanno un esempio di bene storico del primo sviluppo industriale della nostra città. Al suo interno sono presenti spazi ampi e curati, grazie anche ad un recente e parziale restauro, che ha riguardato la facciata Est e le sale al suo interno.
L’ultima esperienza recente risale al 2008, con la mostra Manifesta7 che prevedeva in questo stabile spazi espositivi e museali.
via Carducci, 2
Nato come edificio ad uso industriale (come tintoria, per la coloritura della seta), fu adibito ad abitazione in varie epoche.
È un palazzo di origine settecentesca con chiari echi rinascimentali sul lato ovest. Ristrutturato, ha ospitato la sede del Catasto e del libro Fondiario fino al 2005. Nel giardino antistante è collocato un bronzo equestre, opera dello scultore Cassinari.
Via Cartiera, Loc. Sega
Fondata da Luigi Jacob nella località denominata “Sega” nell’anno 1837. Dopo essere stata distrutta tra alluvioni, incendi e scontri bellici, viene ricostruita per poi essere rivenduta nel 1929 allo Stato Italiano per costituirvi lo Stabilimento Azienda Tabacchi Italiani (A.T.I.).
Nel 1987 Aticarta trasferisce le attività in nuovo stabile in zona industriale cittadina.
Ad oggi parte degli stabili della Ex-Cartiera ATI è occupato da uffici tecnici, magazzini e un teatro comunale; la parte restante degli stabili, dopo una breve parentesi che ha visto ospitare nel primo decennio dei 2000 una discoteca nei suoi spazi esterni, sono in stato di forte abbandono.
Via Santa Maria, 66
È un edificio di Rovereto risalente al Settecento. Residenza voluta dalla comunità di Lizzana durante il periodo della peste, nel 1630, è passato quasi subito in possesso della famiglia Betta ed in seguito della famiglia Grillo. Gli interni, specialmente nel piano nobile, sono curati e raffinati e raccolgono varie opere artistiche. Dal 2017 è entrato a far parte del patrimonio comunale della città della quercia.
Numero speciale di Offset Magazine sulla rigenerazione urbana realizzato all’interno del progetto.